Passa ai contenuti principali

In primo piano

#TiPortoAlMuseo: Il Castello del Gaudì di Grosio

In Valtellina si trova un angolo di Catalogna.  Si tratta del Castello del Gaudi  di Grosio ,   che ricorda in tutto e per tutto Parc Guell a Barcellona di Antoni Gaudì. Questo straordinario museo a cielo aperto è frutto del lavoro e della dedizione di oltre quarant'anni di Nicola di Cesare, costruttore di origini abruzzesi trapiantato in Lombardia, che ha realizzato a partire da materiali di recupero (come pezzi di vetro, tappi o fanali di auto) mosaici su larga scala in un ambiente fatto di sentieri, grotte e fontane. CASTELLO DEL GAUDÌ DI GROSIO Il Castello è  stato creato interamente a mano con materiali di scarto raccolti da  Nicola di Cesare  nel corso degli anni e combinati poi insieme a creare un   giardino  che si compone di oltre 200 scalini, sculture, fontane, sentieri, grotte, frasi incise nella roccia, strani oggetti e vasi colorati. CASTELLO DEL GAUDÌ DI GROSIO Fiore all'occhiello del Castello lombardo sono gli incantevoli...

FESTA DELLA REPUBBLICA: La storia dello scatto simbolo del 2 giugno



È diventato lo scatto simbolo della Festa della Repubblica Italiana, ma la sua reale storia è rimasta ignota per molti anni. È il 1946 infatti quando sulla copertina di Tempo campeggia una fotografia che sarebbe entrata nell'immaginario collettivo: una ragazza, la cui testa attraversa la prima pagina del Corriere della Sera, guarda sognante verso il cielo. Il titolo recita «È nata la Repubblica italiana» ed è riferito all'esito dello storico referendum istituzionale di qualche giorno prima. A realizzare il celebre scatto fu Federico Patellani, caposcuola del fotogiornalismo italiano.

FEDERICO PATELLANI, RINASCERE L'ITALIA

Emblema di speranza e fiducia nel futuro, l'immagine venne intitolata «Rinasce l'Italia» e, grazie alla sua potenza espressiva, non faticò a tramutarsi in un manifesto universale per le celebrazioni del 2 giugno. In realtà non si tratta di una foto spontanea, ma è il frutto di 41 provini, oggi conservati presso il Museo della Fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo. In alcuni la giovane è ritratta davanti a una serie di manifesti, in altri legge il giornale, in altri ancora esulta con il pugno alzato. 

FEDERICO PATELLANI

Malgrado le ripetute insistenze dei curiosi, Patellani non rivelò mai l'identità della giovane ragazza. Solo dopo decenni all'insegna del mistero, a fare luce sul caso è stata nel 2016 un'inchiesta pubblicata su Medium da Giorgio Lonardi e Mario Tedeschini Lalli. I quali, dopo aver invitato chiunque avesse informazioni utili a farsi avanti, hanno ricevuto una segnalazione anonima. Ed ecco poi l'agognato nome, scritto nero su bianco: Anna Iberti. All'epoca 24enne e futura moglie di Franco Nasi, tra i primi giornalisti del Giorno. Come poi emerso, in quel giugno 1946 lavorava come impiegata nell'amministrazione dell'Avanti!.



@progettopelago | Festa della Repubblica

Commenti

ARTICOLI PIÙ LETTI