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#TiPortoAlMuseo: Il Mausoleo di Galla Placidia di Ravenna

Considerato uno dei tesori più preziosi della città, il Mausoleo di Galla Placidia è uno degli edifici più antichi di Ravenna , patrimonio dell'Umanità dall'Unesco dal 1996.  Commissionato nella  prima metà del V secolo d.C.  dall'imperatrice  Galla Placidia ,   è lo  scrigno dei mosaici più antichi della città. Semplice e modesto nelle forme, colpisce subito la vista per via della sua particolare struttura in mattoni posta alle spalle della Basilica di San Vitale .  Commissionato dopo il 426 d.C. dall'imperatrice  Galla Placidia , figlia di Teodosio e sorella dell'imperatore Onorio, nonché imperatrice reggente per conto del figlio Valentiniano III, questo piccolo mausoleo doveva servire come sua ultima dimora in cui essere seppellita assieme al fratello e al marito, Costanzo III, sposato in seconde nozze.  Non fu però mai utilizzato in tal senso: nel 450 d.C. la donna morì difatti a Roma e qui seppellita. Visto dall'esterno l'edificio appar...

FESTA DELLA REPUBBLICA: La storia dello scatto simbolo del 2 giugno



È diventato lo scatto simbolo della Festa della Repubblica Italiana, ma la sua reale storia è rimasta ignota per molti anni. È il 1946 infatti quando sulla copertina di Tempo campeggia una fotografia che sarebbe entrata nell'immaginario collettivo: una ragazza, la cui testa attraversa la prima pagina del Corriere della Sera, guarda sognante verso il cielo. Il titolo recita «È nata la Repubblica italiana» ed è riferito all'esito dello storico referendum istituzionale di qualche giorno prima. A realizzare il celebre scatto fu Federico Patellani, caposcuola del fotogiornalismo italiano.

FEDERICO PATELLANI, RINASCERE L'ITALIA

Emblema di speranza e fiducia nel futuro, l'immagine venne intitolata «Rinasce l'Italia» e, grazie alla sua potenza espressiva, non faticò a tramutarsi in un manifesto universale per le celebrazioni del 2 giugno. In realtà non si tratta di una foto spontanea, ma è il frutto di 41 provini, oggi conservati presso il Museo della Fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo. In alcuni la giovane è ritratta davanti a una serie di manifesti, in altri legge il giornale, in altri ancora esulta con il pugno alzato. 

FEDERICO PATELLANI

Malgrado le ripetute insistenze dei curiosi, Patellani non rivelò mai l'identità della giovane ragazza. Solo dopo decenni all'insegna del mistero, a fare luce sul caso è stata nel 2016 un'inchiesta pubblicata su Medium da Giorgio Lonardi e Mario Tedeschini Lalli. I quali, dopo aver invitato chiunque avesse informazioni utili a farsi avanti, hanno ricevuto una segnalazione anonima. Ed ecco poi l'agognato nome, scritto nero su bianco: Anna Iberti. All'epoca 24enne e futura moglie di Franco Nasi, tra i primi giornalisti del Giorno. Come poi emerso, in quel giugno 1946 lavorava come impiegata nell'amministrazione dell'Avanti!.



@progettopelago | Festa della Repubblica

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