Le Collezioni Comunali d'Arte di Bologna si trovano al secondo piano del Palazzo Comunale, denominato Palazzo d'Accursio. Fondate nel 1936, sono ospitate in un ambiente costruito nella seconda metà del XVI secolo per ampliare gli appartamenti del Cardinal Legati ed espongono opere che vanno dal Duecento ai primi decenni del Novecento, frutto di importanti lasciti da parte di diversi collezionisti.
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COLLEZIONE PELAGIO PALAGI |
L'organizzazione delle Collezioni è stata curata da Guido Zucchini, responsabile del restauro di numerosi edifici storici di Bologna nella prima metà del Novecento. Essa si sviluppa in 22 sale che accolgono le opere, occupate dal legato pontificio fino al 1859 e poi dalla Prefettura fino al 1933. È possibile dividere la collezione complessiva in 2 nuclei: il primo risalente alla seconda metà dell'Ottocento, con l’eredità di Pelagio Palagi e Cincinnato Baruzzi, mentre il secondo risalente ai primi decenni del Novecento, con il lasciti di Pepoli, Verzaglia, Rusconi e Pizzardi.
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PALAZZO D'ACCURSIO |
La raccolta comprende dipinti, sculture, oggetti d'arte, mobili, porcellane, miniature, crocifissi lignei, tessuti, ricami e pizzi. Le opere spaziano dal Duecento, fino all'origine del Novecento. Nella sezione medievale si possono osservare croci scolpite e dipinte, tavole di Jacopo di Paolo e di Vitale da Bologna, ma non solo, anche importanti dipinti del Quattrocento e opere emiliane del XVII secolo. Nelle sale è possibile inoltre osservare opere di Signorelli, Aspertini, Carracci, Creti, Crespi, Gandolfi e Hayez, con la splendida Ruth del 1835.
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HAYEZ, RUTH |
Nella Galleria Vidoniana, realizzata tra il 1662 e il 1665 per il Cardinale Pietro Vidoni, sono allestite 18 tele di soggetto mitologico e allegorico, eseguite da Donato Creti, tra le quali Mercurio dà a Paride la mela d'oro, opera che rielabora la posa di Paride dal Sansone di Guido Reni. Entrambi i dipinti furono esposti insieme, a Palazzo d'Accursio dal 1745 al 1796 per l'arrivo di Napoleone.
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GALLERIA VIDONIANA |
Dalla Galleria si accede al Braccio Rusconi, in cui, nelle prime sale, è stata ricreata l'atmosfera delle dimore private, con decorazioni pittoriche che vanno dal XVI alla prima metà del XIX secolo e arredi provenienti da dimore private sei-settecentesche, mentre le ultime tre sono decorate in stile Neoclassico.
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BRACCIO RUSCONI |
La Sala Boschereccia, denominata così perché riproduce gli ambienti naturali, è stata decorata a tempera nel 1797 da Vincenzo Martinelli e Giuseppe Valiani, ed ospita L'Apollino, opera scolpita da Canova. Tipico esempio di sala paese, comune nella Bologna Napoleonica, voleva ricreare l'illusione di un giardino all'interno del palazzo, nello specifico l'Orto Botanico, da cui ci si affacciava dalle finestre. Ad oggi l'Orto Botanico è stato sostituito con l'edificio della Biblioteca Sala Borsa.
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SALA BOSCHERECCIA |
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SALA BOSCHERECCIA |
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CANOVA, APOLLINO |
Sempre dalla Galleria Vidoniana, si accede alla Sala Urbana o Sala degli Stemmi, fatta costruire dal cardinale Bernardino Spada nel 1630. Le pareti della sala sono riccamente decorate con 188 stemmi, dei governatori e legati pontifici che ressero la città a partire dal XIV secolo, e 3 scene figurate.
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SALA URBANA / SALA DEGLI STEMMI |
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SALA URBANA / SALA DEGLI STEMMI |
A Pelagio Palagi infine è dedicata una nuova sezione, in cui sono presenti le sue raccolte storico artistiche che hanno contribuito ad arricchire il sistema museografico negli anni successivi all'Unità d'Italia. Infine, le ultime sale sono dedicate alla pittura del Neoclassicismo e del Liberty, e ai merletti e ricami della società bolognese Aemilia Ars.
Le Collezioni Comunali d'Arte di Bologna rappresentano, dunque, un importantissimo ed eterogeneo scrigno d'arte Bolognese. Una raccolta spesso poco nota al grande pubblico che però consente di attraversare secoli di pittura e scultura del capoluogo emiliano.
@progettopelago | #TiPortoAlMuseo | 208^ Tappa
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