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#TiPortoAlMuseo: La Villa Imperiale di Pesaro



La Villa Imperiale di Pesaro deve il suo nome ad un avvenimento del 1452: nel mese di gennaio l'imperatore Federico III sostò nella città marchigiana e Alessandro Sforza, committente della villa, lo invitò a vedere il sito su cui intendeva erigere la sua residenza. L'imperatore ne pose la prima pietra: da allora la villa è nota come "Imperiale". La costruzione, ultimata nel 1469, è un edificio sorprendente dove si alternato stanze affrescate, cortili e uno splendido giardino all'italiana.

SALA DELLE CARIATIDI
© ALBERTO SERENI

L'
edificio sforzesco, più antico e caratterizzato dall'alta torre, presenta tutti i caratteri della villa di campagna del Quattrocento, con un forte richiamo all'architettura medicea. Superato il vestibolo si apre un cortile porticato che costituisce il cuore della villa, con una vera da pozzo decorata.

VISTA DALL'ALTO
© DARIO FUSARO

CORTILE ROVERSCO
© SIMONE COLLINETTI

ATRIO COLONNATO
© SIMONE COLLINETTI

CORTILE ROVERSCO, VEDUTA
© SIMONE COLLINETTI

La parte più sorprendente della villa è senza dubbio l'ala progettata dall'architetto urbinate Girolamo Genga già dal 1523, per conto dei duchi di Urbino Francesco Maria Della Rovere e Leonora Gonzaga. Il cantiere comincia nel 1528: Girolamo Genga restaura la vecchia villa sforzesca, in cui prevede un ciclo di affreschi, realizzato da Francesco Menzocchi, Raffaellino del Colle, Camillo Mantovano e i fratelli Dossie progetta l'ala nuova. 

SALA DEL GIURAMENTO
© ALBERTO SERENI

Come recita l'iscrizione di Bembo, la Villa Imperiale di Pesaro rappresentava un dono di Leonora al duca che qui avrebbe trovato riposo dopo le fatiche sofferte in battaglia. L'ala cinquecentesca, adagiata sul colle grazie a un sistema di terrazzamenti, presenta infatti una predominanza di spazi aperti: logge, giardini e cortili, luoghi ideali per gli ozii dei duchi e dei loro ospiti. 

Nel 1631 lo stato di Urbino passa alla Chiesa, ma i beni Della Rovere, tra cui la villa, passano ai Medici. Dopo anni di abbandono, nel 1763, nella villa trovano rifugio Gesuiti spagnoli e portoghesi costretti all'esilio. I loro adattamenti deturpano gran parte della villa: scompaiono molte decorazioni; sale e logge divengono celle e oratori; vengono murate le altane e costruito un nuovo piano sulle terrazze. Nel 1777 il principe Orazio Albani ottiene la villa in enfiteusi perpetua da Pio VI, ma i Gesuiti vi rimangono fino alla fine del secolo. La famiglia Castelbarco Albani inizia i restauri nella seconda metà dell'Ottocento: le sale affrescate sono largamente ridipinte dal pittore Giuseppe Gennari.

SALA DELLE FATICHE D'ERCOLE
© ALBERTO SERENI

Nei primi anni del Novecento iniziano invece i lavori per riportare alla luce le strutture originarie del complesso, con l'eliminazione di tutte le sovrastrutture create dai monaci gesuiti e il ripristino delle parti andate in rovina, come ricorda l'iscrizione che corre lungo l'avancorpo dell'ala nuova.

Durante la II Guerra Mondiale l'edificio quattrocentesco viene danneggiato ma fortunatamente in una parte non affrescata; meno gravi sono i danni alla fabbrica nuova. Nel 1945, per volere dei conti Archinta e Guglielmo Castelbarco Albani, iniziano i nuovi restauri, terminati solo negli anni '70 che riportano le pitture all'aspetto originario eliminando, dove possibile, gli interventi ottocenteschi.

GIARDINO ALL'ITALIANA
© ANTONIO MARTINELLI

La Villa Imperiale di Pesaro è dunque un gioiello rinascimentale incastonato nel paesaggio marchigiano in grado di sorprendere e affascinare visitatori di tutte le età.



Per Info e Prezzi: www.villaimperialepesaro.com
@progettopelago | #TiPortoAlMuseo | 335^ Tappa

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