La
Certosa di San Martino è uno degli edifici più spettacolari di
Napoli. Fondata nel Trecento, fu soggetta a diversi interventi architettonici successivi, che l'hanno resa un gioiello barocco. Sorge in una posizione suggestiva e panoramica, sulla collina del Vomero, affianco ad un altro dei luoghi più importanti della città,
Castel Sant'Elmo. Al suo interno gli affreschi di alcuni tra i più importanti pittori caravaggeschi, tra cui Ribeira, Battistello Caracciolo e Luca Giordano.
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CERTOSA DI SAN MARTINO, CORTILE INTERNO |
Per la realizzazione della Certosa di San Martino fu chiamato l'architetto e scultore senese Tino di Camaino. Dell'impianto originario restano oggi solo i grandiosi sotterranei gotici, infatti nell'arco di cinque secoli la Certosa fu interessata da costanti rinnovamenti. Nel Cinquecento venne avviato un grandioso progetto di ampliamento, affidato all'architetto Giovanni Antonio Dosio, destinato a trasformarne il severo aspetto gotico nell'attuale preziosa e raffinata veste barocca.
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CERTOSA E CASTEL SANT'ELMO SUL VOMERO |
Nel Seicento iniziò la collaborazione con l'architetto Cosimo Fanzago, che connoterà con il segno inconfondibile della prepotente personalità ogni luogo del monastero. L'opera di Fanzago si caratterizza per una straordinaria attività decorativa, trasforma le tradizionali decorazioni geometriche in apparati composti da fogliami, frutti, volute stilizzate, cui gli effetti cromatici e volumetrici, conferiscono un carattere di realismo e sensualità eccezionali.
Nel Settecento i lavori passarono a Nicola Tagliacozzi, comunemente definito architetto-scenografo. Partecipe di quella densa e fervente espressione artistica che va sotto il nome di rococò e che si manifesta con una perfetta sintesi tra pittura, scultura e architettura.
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LA CERTOSA E CASTEL SANT'ELMO |
Nel corso dell'Ottocento invece fu prima occupata dai soldati napoleonici, poi trasformata con diversi utilizzi, fino al 1836 quando un esiguo gruppo di monaci tornò a stabilirsi a San Martino per riuscirne poi definitivamente una volta soppressi gli Ordini religiosi. Divenne poi proprietà dello Stato e destinata nel 1866 a museo per volontà di Giuseppe Fiorelli, annessa al Museo Nazionale come sezione staccata ed aperta al pubblico nel 1867.
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VISTA SUL GOLFO DI NAPOLI DALLA CERTOSA |
La Certosa di San Martino ha due chiostri: il Chiostro Grande e il Chiostro dei Procuratori. Il Chiostro Grande fu realizzato sullo stesso impianto di quello trecentesco. Le celle dei monaci certosini, disposte intorno al chiostro, godevano di una spettacolare vista sul Golfo di Napoli. Integrato nel chiostro c'è il cimitero dei Certosini con la balaustra barocca decorata con teschi ed ossa. Il Chiostro dei Procuratori è contornato da arcate in piperno e marmo bianco, con centro un pozzo decorato. Sulle pareti del chiostro sono state collocate epigrafi storiche, sculture e stemmi asportati da palazzi e strade di Napoli durante il periodo del Risanamento.
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CHIOSTRO DEI PROCURATORI |
Nel corso del tempo lavorarono per i monaci certosini artisti molto rinomati: tra i pittori vi furono Ribera, Battistello Caracciolo, Lanfranco, Luca Giordano, tra gli scultori invece, Giuseppe Sanmartino e Domenico Vaccaro.
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INTERNO DELLA CHIESA |
La Certosa di San Martino a Napoli è dunque una delle perle barocche della Campania e del Sud Italia. Oltre alla ricchezza architettonica e decorativa offre anche al suo visitatore un punto di vista unico sulla città di Napoli e sul suo golfo.
@progettopelago | #TiportoAlMuseo | 153^ Tappa
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