Il Cenacolo Vinciano di Milano è uno dei luoghi dell'arte più
conosciuti e visitati al mondo. Il dipinto murale di Leonardo
da Vinci rappresenta una delle migliori testimonianze dell'ingegno
multiforme dell'artista. Dipinta tra il 1494 e il 1498 l'Ultima Cena è infatti il risultato di studi sulla luce, sul suono e
sulle figure umane condotti dal genio toscano nel corso di anni.
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ULTIMA CENA, LEONARDO DA VINCI |
Ludovico il Moro, aveva creato a Milano una corte molto attiva,
frequentata da artisti, intellettuali e musicisti. Tra il 1478 e il 1482
arrivarono a Milano Donato Bramante e Leonardo da Vinci, giunto da Firenze. I
due artisti, tra i più importanti del Rinascimento italiano, si incontrarono
proprio qui, nel Convento di Santa Maria
delle Grazie, per dare vita a uno dei complessi monumentali più
straordinari della storia dell'arte italiana.
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VISTA DALL'ALTO SU SANTA MARIA DELLE GRAZIE |
Leonardo arrivò a Milano nel 1482, dopo
essersi presentato al signore della città con una lunga lettera nella quale elencava le proprie abilità di pittore,
musicista, ingegnere militare e architetto, e rimase alla corte di Ludovico
fino al 1499. Fu impiegato come artista, inventore di sorprendenti spettacoli e
scenografie ma anche come ingegnere e scultore.
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LETTERA DI LEONARDO DA VINCI A LUDOVICO IL MORO |
Alla fine del secolo
Ludovico Sforza volle fare di Santa Maria delle Grazie un luogo di celebrazione
del proprio potere e il mausoleo di famiglia. Per questo il duca finanziò
importanti commissioni nel complesso, come la ristrutturazione della tribuna
della chiesa, che affidò a Donato
Bramante. La decorazione del refettorio del convento fu invece affidata a Leonardo da Vinci, al quale Ludovico
richiese una rappresentazione dell'Ultima Cena di Cristo tra i dodici apostoli.
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CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE |
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TIBURIO DELLA CHIESA |
L'Ultima Cena, nota anche con il
nome di Cenacolo, dipinta fra il 1494 e il 1498, è considerato il dipinto murale
forse più importante al mondo. Il Cenacolo è la testimonianza più completa del suo ingegno multiforme, del suo
desiderio di sperimentare, della sua inesauribile curiosità.
La scena è ambientata all'interno di uno spazio
architettonico e prospettico, con sullo sfondo un paesaggio. Il soffitto è
decorato con un cassettone a lacunari. Sulle pareti invece sono appesi alcuni
arazzi. Sulla parete di fondo vi sono tre finestre. Sul tavolo sono presenti
pietanze e stoviglie curate nei minimi dettagli. La grande tavola dietro
la quale sono seduti gli apostoli e Cristo occupa tutta la porzione
orizzontale.
Gesù si trova al centro da solo. Le sue braccia sono posate sul
tavolo e il viso è reclinato. Gli occhi sono semiaperti e le labbra appena
scostate.
Gli apostoli sono disposti a gruppi di tre: (da sinistra) Bartolomeo, Giacomo, Andrea / Pietro, Giuda, Giovanni / Tommaso, Giacomo Maggiore, Filippo / Matteo, Giuda Taddeo, Simone.
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ULTIMA CENA, LEONARDO DA VINCI |
Leonardo dipinse l’Ultima Cena con una tecnica "a secco" con pigmenti stesi su uno strato preparatorio di colore bianco, utilizzato per
livellare e lisciare la parete e non direttamente sull'intonaco bagnato. I
colori, quindi, non sono assorbiti dall'intonaco, ma la pittura è sovrapposta al muro, ciò la rende molto più vulnerabile e fragile rispetto all'affresco.
Questa scelta tecnica e le condizioni ambientali non ottimali hanno provocato
cadute di colore fin dagli anni immediatamente successivi alla realizzazione
del dipinto, comportando anche un gran numero di interventi di restauro che nel
corso dei secoli hanno finito per deformarne l'aspetto ed aggravarne ancora di
più lo stato di conservazione.
Numerosi sono stati gli interventi che hanno danneggiato il
dipinto nel corso degli anni. Tra i più devastanti quello del 1943, quando
Milano fu bombardata durante la seconda guerra mondiale. L'ultimo intervento a
opera di Pinin Brambilla Barcilon, durato oltre vent'anni, dal 1977 al 1999, ha
affrontato per la prima volta il lavoro di recupero delle parti leonardesche
coperte dalle antiche integrazioni e ha restituito alla fruizione del pubblico
un'opera il più possibile vicina al suo aspetto originario.
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FOTOGRAFIA DEL CENACOLO DEI PRIMI DEL NOVECENTO |
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PININ BRAMBILLA BARCIOLIN DAVANTI AL CENACOLO |
Sulla parete sud del refettorio è invece dipinta la Crocifissione di
Giovanni Donato Montorfano. La Crocifissione,
dipinta con la tecnica dell'affresco, a differenza dell'Ultima Cena, ci è giunta in buone
condizioni di conservazione. La scena occupa l'intera parete e si svolge all'interno di una semplice cornice architettonica. La rappresentazione apre lo
spazio del refettorio sulla visione del Calvario, dove le tre croci scandiscono
lo spazio in tre parti. La composizione è gremita di figure che si dispongono,
senza scalarsi in profondità, su un paesaggio di rocce scheggiate. Sul fondo,
una città popolata di edifici anticheggianti allude a Gerusalemme.
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CROCIFISSIONE, GIOVANNI DONATO MONTORFANO |
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