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#TiPortoAlMuseo: Il Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi a Stra

Immaginate di passeggiare lungo il fiume Brenta, immersi nella bellezza della campagna veneta, fino a trovarvi davanti a un'affascinante villa seicentesca: Villa Foscarini Rossi . Questo luogo non è solo una meraviglia architettonica, ma ospita un gioiello unico nel suo genere: il Museo della Calzatura , un vero e proprio tributo all'eccellenza del Made in Italy e all'evoluzione della moda attraverso uno degli accessori più iconici, le calzature. VILLA FOSCARINI ROSSI All'interno del museo sono esposti oltre 1.350 modelli di calzature femminili di lusso , realizzati dal calzaturificio Rossimoda che, fin dagli anni '60, ha avviato collaborazioni con alcune delle case di moda più prestigiose del mondo, tra cui Ungaro, Richard Tyler, Yves Saint Laurent e Andrea Pfister. INTERNO DEL MUSEO Ogni modello è una testimonianza della maestria artigiana e della creatività che contraddistinguono la tradizione calzaturiera della Riviera del Brenta. Un percorso espositivo che si s

#TiPortoAlMuseo: La Pinacoteca di Brera di Milano



La Pinacoteca di Brera è una tra le gallerie d'arte antica e moderna più famose d'Italia e del mondo. La sua fama è tale anche perché si inserisce in uno dei quartieri più belli della città di Milano, costellato da palazzi d'epoca, chiese e gallerie d'arte.

CORTILE INTERNO

Il complesso che ospita la Pinacoteca è tra i più vasti di Milano (24000 metri quadri di superficie). Oltre la Pinacoteca infatti il palazzo di Brera ospita la Biblioteca Nazionale Braidense, l'Osservatorio, l'Orto Botanico, l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e l'Accademia di Belle Arti. 

L'edificio fu costruito nell'antica "braida" (o "breda"), parola che nella bassa latinità aveva il significato di "campo suburbano", da cui presero il nome "Brera" sia il palazzo sia il quartiere. Il complesso sorse su un antico convento dell'ordine degli Umiliati che divenne poi centro di studi gesuita. 

Si impose successivamente la necessità di costruire un nuovo e più ampio edificio, i cui lavori iniziarono alla fine dello stesso secolo e vennero affidati nel 1615 a Francesco Maria Richini. Nel 1630, però, a causa della peste i lavori cominciarono a rallentare e il progetto venne approvato solo 61 anni dopo. L'opera proseguì, passando al figlio dello stesso architetto, a Gerolamo Quadrio e a Pietro Giorgio Rossone. 

Soppresso l'ordine dei Gesuiti nel 1773, l'edificio cadde nelle mani del governo austriaco e venne completato nel 1776 da Giuseppe Piermarini. Divenne Reale Palazzo di Maria Teresa d'Austria, che lo adibì a sede delle Scuole Palatine e vi collocò la biblioteca, decidendo anche di ampliare l'Orto Botanico. Ma soprattutto fondò nel 1776 l'Accademia. 

Le cose cambiarono radicalmente dopo la campagna d'Italia di Napoleone (1796). Nel 1801 venne nominato segretario Giuseppe Bossi, già allievo dell'Accademia, che si impegnò ad arricchire con gessi e libri la dotazione didattica e dal 1805 vennero organizzate mostre pubbliche. Nel 1808 si decise di tramezzare l'antica chiesa di Santa Maria in Brera in due piani per realizzare i Saloni Napoleonici, destinati a ospitare le gallerie del regno. L'anno successivo vennero inaugurate tre sale, dominate dal grande gesso di Napoleone come Marte pacificatore di Antonio Canova. Oggi la scultura originale in marmo bianco è esposta a Londra, però al centro del cortile porticato del palazzo di Brera è possibile ammirare un'eccellente replica in bronzo. 

MARTE PACIFICATORE, ANTONIO CANOVA
( REPLICA)
L'effettiva apertura delle gallerie ebbe luogo nell'Aprile del 1810. Negli anni seguenti continuarono ad affluire dipinti, soprattutto tra il 1811 e il 1812, in particolare dalla collezione dell'arcivescovo Monti di Milano. Nel 1813 arrivarono dal Louvre di Parigi le opere di RembrandtRubens e Van Dyck. Alla caduta del governo napoleonico nel 1814, il Congresso di Vienna sancì la restituzione dei beni sottratti ai proprietari originari, e anche la Pinacoteca dovette cedere alcune opere. Essa continuò comunque ad arricchirsi di donazioni e nel 1882 venne separata dall'Accademia. Si trattò di una divisione assai laboriosa, che terminò solo un decennio dopo, e che fu causa di molti equivoci. Nel 1926 nacque l'Associazione degli Amici di Brera grazie alla quale vennero acquistati diversi capolavori. Il sopraggiungere della grande guerra costrinse a spostare, per ragioni di sicurezza, la collezione a Roma e, al suo rientro, la Pinacoteca fu riallestita sotto la direzione di Ettore Modigliani. Durante la seconda guerra mondiale, invece, le opere della Pinacoteca vennero messe al sicuro dalla direttrice Fernanda Wittgens, mentre il palazzo subì gravi danni a causa dei bombardamenti del '43. La Pinacoteca iniziò la sua lenta rinascita dalle rovine nel febbraio 1946 grazie ai grandi finanziamenti di alcune storiche famiglie milanesi e all'opera di Piero Portaluppi. Nel 1974 però il soprintendente Franco Russoli ne decise la chiusura, lanciando al tempo stesso provocatoriamente, di fronte alle grandi difficoltà del momento, il progetto della "Grande Brera", che avrebbe dovuto comprendere anche l'attiguo palazzo Citterio

L'assenza di un vero e proprio spazio da adibire alle mostre temporanee portò la Pinacoteca a sviluppare dal 2001 il progetto “Brera Mai Vista”. Questo presentava ogni tre mesi piccole esposizioni di poche opere, solitamente provenienti dai depositi del museo, che per l'occasione vennero restaurate e corredate da un breve catalogo. 

Nel 2004 la Pinacoteca avviò la sperimentazione del progetto "A Brera anch'io. Il museo come terreno di dialogo interculturale", che dal 2006 rientra nella programmazione educativa ordinaria delle scuole primarie e secondarie di primo grado di Milano e provincia. 

Nel 2009 la Pinacoteca di Brera festeggiò i duecento anni dalla sua fondazione con una serie d'eventi, mostre e convegni. Il 15 agosto 2009, a duecento anni esatti dall'inaugurazione, la Pinacoteca aprì gratuitamente al pubblico, registrando il numero record di circa 12.000 visitatori. Complessivamente nell'anno del bicentenario la Pinacoteca raddoppiò i suoi ingressi. 

Negli ultimi anni il numero dei visitatori è aumentato in modo esponenziale (fino a sfiorare il mezzo milione di visitatori annui) e grazie a nuovi interventi la Pinacoteca ha assunto una veste moderna e accattivante.

VISTA DALL'ALTO SULL'EDIFICIO CHE OSPITA LA PINACOTECA

Oggi la Pinacoteca ospita oltre 400 opere, divise in 38 sale, dal Trecento alle avanguardie, che rappresentano l'affermarsi dell'arte italiana in tutto il mondo.

Tra i capolavori assoluti dell'arte esposti nella Pinacoteca di Brera si ricordano: il Cristo morto di Mantegna, la Sacra conversazione di Piero della Francesca, lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, il Bacio di Hayez, la Cena in Emmaus di Caravaggio, il Cristo alla colonna del Bramante, la Predica di San Marco ad Alessandria d’Egitto dei fratelli Bellini, Il pergolato di Silvestro Lega, il Polittico di San Luca di Andrea Mantegna, la Pietà di Giovanni Bellini, San Girolamo penitente di Tiziano e molti altri capolavori.

SALA INTERNA

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SALA INTERNA

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Per Info e Prezzi: pinacotecabrera.org
@progettopelago | #TiPortoAlMuseo | 2^ Tappa

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