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#TiPortoAlMuseo: Il Museo delle Streghe di Peio

Il Museo delle Streghe di Peio è un museo etnografico dedicato alla magia e alla stregoneria popolare, il settimo in Europa a trattare questa tematica. Si tratta del museo più piccolo del Trentino (appena 35 mq) e accoglie al suo interno oltre 400 reperti di provenienza prevalentemente regionale, ma anche di altre zone italiane e del mondo. FREDERICK SANDYS, FATA MORGANA (DETTAGLIO) Il merito si deve a Vittorio Pirri , insegnante alle scuole medie ed etnografo per passione, che ha realizzato il suo piccolo museo. I reperti, di provenienza trentina e veneta, italiana e internazionale, sono i più diversi: rappresentazioni, libri, amuleti, oggetti del quotidiano , accompagnati da etichette e da pannelli illustrativi che permettono di orientarsi e avere informazioni specifiche su ogni reperto. INTERNO DEL MUSEO Tra gli oggetti della collezione  ci sono: un manico di pugnale rituale indonesiano, i capelli di Isabella Donizzetti, che aveva 19 anni quando fu accusata di stregoneria in una Bo

#TiPortoAlMuseo: Il Cretto di Burri a Gibellina



Il Grande Cretto di Gibellina è la più grande opera di land art italiana, realizzata da Alberto Burri dove un tempo sorgeva la città di Gibellina Vecchia in Sicilia distrutta nel 1968 da un violento terremoto. Un'opera-memoriale concepita come una distesa di 80 mila metri quadri di cemento bianco e detriti che racconta la storia di una città scomparsa dalle cartine geografiche. Nell'unico edificio superstite, la Chiesa di Santa Caterina, è nato il Museo del Grande Cretto per raccontare la lunga storia di progettazione e realizzazione. 

VISTA PANORAMICA SUL GRANDE CRETTO

Il centro storico di Gibellina Vecchia venne distrutto da un terremoto il 15 gennaio 1968, provocando 1.150 vittime, 98.000 senzatetto e sei paesi distrutti nella Valle del Belice, provincia di Trapani. Negli anni successivi la città di Nuova Gibellina venne ricostruita a 20 km dalle macerie del vecchio insediamento. Raccogliendo la chiamata dell'allora sindaco Ludovico Corrao, furono molti gli artisti ed architetti che contribuirono con slancio alle iniziative di ricostruzione. Tra questi anche Alberto Burri.

ALBERTO BURRI DAVANTI AL GRANDE CRETTO

Il Grande Cretto è difatti un memoriale che racchiude e custodisce al proprio interno, in termini fisici e metaforici, la traccia del passato e della vita della comunità sconvolta dal sisma. L'opera, che sul piano formale riproduce la tipologia dei Cretti realizzati dall'artista negli anni Settanta, si estende in scala monumentale lungo il pendio della collina, sulle macerie della città. Il Cretto si compone di 22 cubi di cemento bianco per una superficie totale di 80 mila mq che rievocano la struttura delle abitazioni sottostanti: un labirinto che può essere percorso camminando tra gli spazi che separano i blocchi e ricordano le antiche strade del paese.

IL GRANDE CRETTO VISTO DALL'ALTO

I lavori, avviati nel 1985 e interrotti nel 1989, coprirono circa 60 mila metri quadri a fronte degli 80 mila previsti; trent'anni dopo l'inizio della sua costruzione, nel maggio del 2015, venne portata a termine l'opera così come voluta dall'artista, scomparso nel febbraio del 1995.

GRANDE CRETTO DI BURRI

DETTAGLIO CON LE VIE DEL GRANDE CRETTO

VISTA PANORAMICA DAL GRANDE CRETTO

Con gli stessi ideali, nel maggio 2019, ha aperto il Museo del Grande Cretto di Gibellina. Il museo, situato nella vecchia Chiesa di Santa Caterina, a 300 metri di distanza dal cretto e unico edificio superstite del terremoto, nasce dall'esigenza di raccontare le origini dell'opera di Burri, la sua progettazione e realizzazione.

MUSEO DEL GRANDE CRETTO DI GIBELLINA

Il Grande Cretto di Alberto Burri a Gibellina è definito da molti "la colata di cemento più bella del mondo". Un'opera-memoriale per non dimenticare la tragedia del terremoto del Belice, nonché uno dei progetti più suggestivi ed estesi di land art al mondo. 


@progettopelago | #TiPortoAlMuseo | 235^ Tappa

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