La Liberazione del 25 aprile 1945 e il fenomeno della Resistenza hanno trovato poco spazio nel panorama museale italiano. Sul finire degli anni '90, su sollecitazione delle Associazioni della Resistenza e grazie al sostegno del Comune, a Torino venne avviata la progettazione del Museo Diffuso della Resistenza. Allestito nei suggestivi locali sotterranei del Palazzo dei Quartieri Militari, progettato da Filippo Juvarra, il museo rievoca la vita quotidiana durante la guerra, l'occupazione tedesca, la Resistenza e il ritorno alla democrazia, attraverso le immagini, i suoni e le voci dei testimoni, presentati in una originale installazione interattiva.
|
INTERNO DEL MUSEO, TAVOLO INTERATTIVO |
Il
museo rappresenta un esempio unico nel panorama nazionale, in cui la compresenza e la complementarità del Museo e degli Istituti consentono la valorizzazione e l'arricchimento reciproci, in un'azione mirata a tenere strettamente legati la memoria e la documentazione di un passato tragico e glorioso con l'attenzione agli sviluppi problematici attuali dei Diritti e delle Libertà. Dal 2009 il Palazzo ospita anche la sede del
Centro Internazionale di Studi Primo Levi.
|
PALAZZO DEI QUARTIERI MILITARI |
Allestito nei suggestivi locali sotterranei del Palazzo dei Quartieri Militari, rievoca la vita quotidiana durante la guerra, l'occupazione tedesca, la Resistenza e il ritorno alla democrazia, attraverso le immagini, i suoni e le voci dei testimoni. Il percorso non segue un andamento lineare, ma suggerisce piuttosto l'esplorazione di un territorio, che si svela attraverso la memoria dei suoi luoghi. Una simbolica rete di metropolitana percorre la città e guida il visitatore attraverso un'installazione che fa coesistere linguaggi differenti: fonti scritte e fonti orali, fotografie e filmati, testimonianze ed evocazioni.
|
TAVOLO INTERATTIVO |
Il viaggio è scandito in cinque tappe: Vivere il quotidiano, Vivere sotto le bombe, Vivere sotto il regime, Vivere sotto l'occupazione e Vivere Liberi. Ogni tappa è costituita dall'accostamento di due interviste, in cui il tema portante viene raccontato dai testimoni tramite il ricordo delle proprie esperienze personali; a ogni coppia di interviste è affiancato un montaggio di immagini selezionate da film e documentari dell'epoca.
Curioso è come in tutto il percorso sono presenti soltanto due oggetti: una rara macchina a pedale usata per la stampa clandestina di materiale propagandistico e una delle sedie utilizzate per le esecuzioni capitali al poligono del Martinetto.
|
MACCHINA A PEDALE |
|
SEDIA UTILIZZATA PER LE ESECUZIONI |
La parte centrale dell'allestimento è un grande tavolo costellato di riquadri bianchi: sfiorandoli con la mano, si attiva un archivio multimediale che racconta 49 momenti della storia cittadina.
|
TAVOLO INTERATTIVO |
È parte integrante della visita anche il rifugio antiaereo, riscoperto durante i lavori di ristrutturazione; situato a 12 metri di profondità, offriva ricovero ai dipendenti del quotidiano La Gazzetta del Popolo, che ha avuto sede nel Palazzo, ma anche a molti abitanti del quartiere.
|
RIFUGIO ANTIAEREO |
L'ultima parte del percorso conduce al tema della riconquista dei diritti, sanciti dai principi fondamentali della Costituzione del 1948. Sedendosi di fronte a ciascuno specchio, si attiva la proiezione: quattro attori leggono testimonianze, brani letterari e di cronaca a commento degli articoli costituzionali prescelti. Prima di uscire dall'allestimento è chiesto al visitatore di partecipare, lasciando un messaggio o un ricordo su una parete di post-it, che in qualche modo riflette e rappresenta la conquista della democrazia.
|
PARETE DI POST-IT |
In particolare il concetto di "museo diffuso" sottolinea lo stretto rapporto fra storia e territorio e l’impegno del Museo nel valorizzare i luoghi della memoria presenti nel tessuto cittadino. Sono molte, infatti le tracce che la città conserva: dal Sacrario del Martinetto al Rifugio Antiaereo di piazza Risorgimento alla Caserma di via Asti, all'isolato del Teatro di Torino. Luoghi spesso trasformati dall'evoluzione urbana, spesso dimenticati, portatori di storie che sono altrettanti tasselli della nostra identità.
@progettopelago | #TiPortoAlMuseo | 174^ Tappa
Commenti
Posta un commento
Ti è piaciuto questo articolo? Lascia un commento