La Reggia di Caserta è la residenza reale più grande al mondo per volume.
Insieme al suo parco sorge non lontano da Napoli ( circa 35 km ), nell'entroterra campano, ai piedi degli Appennini. Proclamata patrimonio dell’umanità dall'UNESCO nel 1997, la Reggia copre un’area di circa 47.000mq con un grandioso
complesso barocco di oltre 1.200 stanze.
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VEDUTA PROSPETTICA SULLA REGGIA |
Nel
1750 Carlo di Borbone decise, dopo il Teatro San Carlo e la Reggia di Capodimonte, di erigere la Reggia di Caserta quale centro ideale del nuovo regno di Napoli, ormai autonomo
e svincolato dall'egida spagnola. La scelta del luogo dove sarebbe sorta la
nuova capitale amministrativa del Regno cadde sulla pianura di Terra di Lavoro,
nel sito dominato dal cinquecentesco palazzo degli Acquaviva. Il
progetto per l’imponente costruzione, destinata a rivaleggiare con le altre
residenze reali europee, fu affidato all'architetto Luigi Vanvitelli, figlio
del più importante pittore vedutista del tempo, Gaspar Van Wittel, già attivo a Roma
sotto Benedetto XIV nel restauro della cupola di S.Pietro.
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FACCIATA DELLA REGGIA |
La costruzione della Reggia
ebbe inizio con la posa della prima pietra il 20 gennaio del 1752 e procedette sino al 1759, anno in
cui Carlo di Borbone, morto il Re di Spagna, lasciò il regno di Napoli per
raggiungere Madrid. Dopo la partenza di Carlo i lavori di costruzione del
Palazzo Nuovo ( come veniva denominata all'epoca la Reggia ) subirono un notevole
rallentamento, cosicché alla morte di Luigi Vanvitelli, nel 1773, essi erano
ancora lungi dall'essere completati. Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi e
successivamente altri architetti, che si erano formati alla scuola del
Vanvitelli, portarono a compimento nel secolo successivo questa grandiosa
residenza reale.
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PIANTA DELLA REGGIA E DEL PARCO |
La
Reggia di Caserta ha una pianta
rettangolare articolata su corpi di fabbrica affacciati su quattro grandi
cortili interni e si estende su una superficie di circa 47.000mq per un’altezza di 5 piani pari a 36 metri lineari. Un imponente portico
costituisce l'ideale collegamento con il Parco e la cascata, posta scenograficamente al culmine della fuga prospettica
così creata.
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SCALONE D'ONORE |
Lo Scalone d’onore, invenzione dell’arte
scenografica settecentesca, collega il vestibolo inferiore e quello superiore,
dal quale si accede agli Appartamenti
Reali. Le sale destinate alla famiglia reale vennero realizzate in più
riprese e durante un intero secolo, secondo uno stile che rispecchia la
cosiddetta unità d’interni caratteristica della concezione architettonica e
decorativa settecentesca ed in parte secondo il gusto ottocentesco per l’arredo
composito e l’oggettistica minuta. Nel bagno privato della regina è presente una particolarità: vi è infatti il primo bidet di cui si ha traccia in Italia.
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APPARTAMENTO REALE DELLA REGGIA |
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BAGNO DELLA REGGIA ( CON IL BIDET ) |
Il Teatro di Corte non era previsto nel progetto originario del
palazzo, infatti non si trovano informazioni relative all'edificio né nei primi
disegni preparatori del Vanvitelli, né nelle prime tavole della prima edizione
della Dichiarazione. Quindi la sua costruzione iniziò nel 1756, tre anni dopo
l’inizio dei lavori per la Reggia. La sua architettura è ispirata a quella del rivoluzionario Teatro San Carlo di Napoli. Fu uno dei primissimi teatri con forma a ferro di cavallo, una tipologia di struttura che dà una migliore acustica e visibilità.
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TEATRO DI CORTE, PLATEA E BALCONATA |
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TEATRO DI CORTE, SOFFITTO |
Sul vestibolo
superiore, di fronte al vano dello Scalone d’onore si apre la Cappella Palatina, inaugurata alla
presenza di Ferdinando IV nel Natale del 1784. Essa è simile planimetricamente
alla Cappella della Reggia di Versailles, ma collocata, diversamente da
quest’ultima, al piano nobile.
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CAPPELLA PALATINA |
Il Parco Reale, parte integrante del progetto presentato dall'architetto Luigi Vanvitelli ai sovrani, si ispira ai giardini delle grandi
residenze europee del tempo, fondendo la tradizione italiana del giardino
rinascimentale con le soluzioni introdotte da André Le Nôtre a Versailles.
I lavori, con la delimitazione dell'area e la
messa a dimora delle prime piante, iniziarono nel 1753, contemporaneamente a
quelli per la costruzione dell'Acquedotto Carolino, le cui acque, dalle falde
del Monte Taburno avrebbero alimentato le fontane dei giardini reali. Il giardino formale, così come oggi si vede, è
solo in parte la realizzazione di quello che Luigi Vanvitelli aveva ideato:
alla sua morte, infatti, nel 1773, l'acquedotto era stato terminato, ma nessuna
fontana era stata ancora realizzata. I lavori furono completati dal figlio
Carlo, il quale, pur semplificando il progetto paterno, ne fu
fedele realizzatore, conservando il ritmo compositivo dell'alternarsi di
fontane, bacini d'acqua, prati e cascatelle.
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VISTA PROSPETTICA SUL PARCO E SULLA REGGIA |
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CASCATA CON FONTANA DI DIANA E ATTEONE, PARTICOLARE |
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FONTANA DI DIANA E ATTEONE, PARTICOLARE |
Internamente
al parco fu realizzato da John Andrew Graefer un Giardino all'inglese, voluto dalla regina
Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, moglie di Ferdinando IV. Iniziati nel 1786, i lavori per la formazione
del giardino durarono molti anni: furono introdotte piante e sementi
individuate nelle località vicine. Caratterizzato da un apparente disordine, il
giardino all'inglese cerca di emulare in tutto e per tutto la natura: corsi
d’acqua, laghetti, rovine ( secondo la nuova moda legata alla scoperta di
Pompei ), piante autoctone ed esotiche popolano quest’area.
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GIARDINO ALL'INGLESE, BAGNO DI VENERE |
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GIARDINO ALL'INGLESE |
Per
alimentare i giochi d’acqua della Reggia e, più in generale, per soddisfare le
esigenze del Palazzo e della città, Carlo di Borbone promosse la costruzione di
un nuovo Acquedotto, che da lui
prese il nome di Acquedotto Carolino. Incaricò del progetto Luigi Vanvitelli,
chiedendogli di realizzare una grandiosa impresa di ingegneria idraulica che
già all'epoca destò l’attenzione di tutta l’Europa ed è ancora considerata una
delle più importanti opere realizzate dai Borbone. L'Acquedotto
Carolino è una imponente struttura in tufo con tre ordini di archi a tutto
sesto che si innalza per un’altezza di 60 metri ed una lunghezza di circa 500 metri.
L'intero tracciato dell’acquedotto si snoda per lo più interrato per una
lunghezza di 38 km, con alcuni ponti-canale.
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ACQUEDOTTO CAROLINO |
La Reale Tenuta di San Silvestro faceva
parte, insieme a San Leucio, al Parco Reale ed al Giardino all'Inglese, delle
Reali Delizie annesse alla Reggia di Caserta. Situata a nord del complesso
monumentale, si estende sulle due colline contigue di Montemaiulo e
Montebriano. I territori che la compongono furono acquistati dopo il 1750 in
momenti diversi e riuniti poi in un unico tenimento che ebbe una prima
sistemazione nel 1797 sotto la direzione dell’architetto Francesco Collecini.
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BOSCO DI SAN SILVESTRO, OASI WWF |
Durante il regno di
Francesco I vennero rese carrozzabili le strade interne al bosco, furono
rinnovati i muri di recinzione e si realizzò un’ampia strada che dal Belvedere
giungeva al Bosco. Il Bosco, una lecceta di 76 ettari, è stato riconosciuto
come Sito di Interesse della Comunità Europea ed inserito nel Sito dell’UNESCO.
Oggi il Bosco di San Silvestro è
un’Oasi del WWF, che si prende cura della Real Tenuta e organizza numerose
iniziative e visite.
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VISTA DALL'ALTO SULLA REGGIA E SUL PARCO |
Il Museo della Reggia di Caserta è il risultato di una serie di allestimenti che iniziano nei primi decenni del Novecento, e precisamente nel 1919, quando il Reale Palazzo viene dismesso dal patrimonio della Corona di Casa Reale Savoia e diviene parte del patrimonio dello Stato d’Italia.
La Reggia di Caserta è stata visitata nel 2017 da oltre 830.000 visitatori, collocandosi al nono posto della classifica dei musei italiani più visitati stilata dal MiBACT. Insieme al Parco, all'Acquedotto e alle altre strutture presenti costituisce un gioiello non solo del Sud Italia, ma dell'Italia intera e dell'Europa, ricco di storia e di fascino.
@progettopelago | #TiPortoAlMuseo | 24^ Tappa
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