La Galleria Nazionale delle Marche sorge nel Palazzo Ducale di Urbino, splendida dimora principesca del
Quattrocento, voluta dal duca Federico da Montefeltro (1422 - 1482) signore
della città di Urbino dal 1444 al 1482. La Galleria custodisce numerosi
capolavori rinascimentali in spazi unici, densi di cultura e ricchi di storia.
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PALAZZO DUCALE DI URBINO / PIERO DELLA FRANCESCA, MADONNA DI SENIGALLIA |
La Galleria venne
istituita ufficialmente con il Reale Decreto nel marzo 1912, da quel momento
divenne una realtà autonoma rispetto all'Istituto di belle arti. La sede è lo
splendido Palazzo Ducale di Urbino, importante centro culturale durante il
Rinascimento grazie alla figura affascinante e al tempo stesso controversa di
Federico da Montefeltro.
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DITTICO DI URBINO, PIERO DELLA FRANCESCA (UFFIZI, FIRENZE) |
Con Federico da Montefeltro
Urbino diventò in pochi decenni uno dei fari del Rinascimento italiano. Grazie alla raffinata scelta di decoratori, provenienti soprattutto da Firenze
e dalla Lombardia, e di artisti e architetti all'avanguardia come Piero della Francesca o Leon Battista Alberti.
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PALAZZO DUCALE DI URBINO |
Il Palazzo Ducale ebbe diverse fasi di sviluppo e
ad esso contribuì essenzialmente l'architetto dalmata Luciano Laurana cui
si devono i fiabeschi torricini. Nel 1459 Federico aveva già dato avvio all'ampliamento e alla nuova decorazione della modesta residenza esistente dei
conti del Montefeltro. Iniziò dall'ala prospiciente l’attuale piazza Rinascimento, caratterizzata dalla lunga facciata ornata di bifore. La decorazione di molte sale del palazzo è opera di maestranze toscane e artisti quali Michele di Giovanni da Fiesole, conosciuto come il Greco.
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PALAZZO DUCALE, TORRICINI
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FACCIATA DI PALAZZO DUCALE, PARTICOLARE |
Il Palazzo ha una struttura funzionale alla quale contribuì l'architetto
militare del duca, il senese Francesco di Giorgio Martini. Accanto alle sue
stanze, nel nucleo centrale del palazzo, fra i due torricini, il duca aveva
fatto realizzare lo splendido studiolo intarsiato, manifesto della sua cultura. Direttamente raggiungibili dalle sue stanze, erano anche la Cappellina del Perdono,
già attribuita a Bramante, nonché un Tempietto dedicato alle Muse,
dipinte dal pittore di corte Giovanni Santi, padre di Raffaello. A questa parte
si contrappone la grandiosa raffinatezza degli appartamenti e dell’immenso
Salone delle feste, poi detta Sala del trono all'epoca dei legati papali.
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SALA DEL TRONO |
Lo straordinario equilibrio rinascimentale del palazzo si esplica
nella maniera più perfetta nello stupendo Cortile d'Onore,
nel quale gli accordi cromatici della pietra chiara e del mattone scandiscono
la calcolata armonia nella distribuzione degli elementi compositivi dell'opera.
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CORTILE D'ONORE |
Uno dei maggiori ornamenti del palazzo era la ricchissima Biblioteca di manoscritti miniati,
la più splendida dell'epoca, per la quale Federico impegnò una cospicua parte
delle sue rendite di condottiero. Alla morte di Federico nella biblioteca erano
conservati ben 900 codici; la raccolta fu acquistata da Alessandro VII nel 1657
per la Biblioteca Vaticana.
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SOFFITTO DELLA BIBLIOTECA |
Il potere passò successivamente ai Della Rovere. Fa parte delle prime aggiunte cinquecentesche la Sala del re d'Inghilterra:
il soffitto in stucco dorato, opera di Federico Brandani, riporta tutti gli
emblemi, le imprese e le onorificenze del duca Federico e della casata.
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SOFFITTO DELLA SALA DEL RE D'INGHILTERRA |
Il ducato prosperò fino al 1631, anno in cui passò sotto dominio
della Chiesa.
Le strepitose collezioni del palazzo urbinate sono ora in gran parte conservate
nella Galleria degli Uffizi.
La presenza di un nucleo importante di reperti archeologici, raccolta dal
cardinale Francesco Stoppani nel 1756, ha comportato la presenza all'interno della Galleria di un Museo Lapidario, situato al piano terreno.
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LASTRE DEL MUSEO LAPIDARIO |
La storia della Galleria, oltre che alle collezioni, è strettamente
legata al restauro del Palazzo, ogni allestimento ha coinciso con il recupero
di spazi prima inaccessibili. Con l'inaugurazione ufficiale avvenuta nel maggio
1913, sia ebbe quindi la prima
sistemazione delle collezioni. Nel 1927
lo Stato riconobbe l'importanza della Galleria marchigiana inviando ad Urbino
un'opera di Raffaello, il Ritratto di Gentildonna o la Muta. È significativo ci sia stato un nuovo impulso all'attività di tutela e
valorizzazione del Palazzo e della Galleria dal 1939, anno nel quale venne istituita la Soprintendenza alle
Gallerie (poi, ai beni storico artistici), la quale oltre ai compiti di tutela
del patrimonio artistico marchigiano del territorio, ha svolto un’attività
culturale determinante sull'assetto museografico della Galleria.
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VISTA PANORAMICA SUL PALAZZO DUCALE DI URBINO |
Nella Galleria Nazionale
delle Marche è conservato ed esposto al pubblico un vasto patrimonio di opere
d'arte che comprende dipinti e sculture dal XIII al XVIII secolo, ceramiche,
monete, disegni ed alcuni arredi, cui vanno ad aggiungersi le decorazioni fisse degli ambienti del Palazzo Ducale di Urbino. Il prestigio del museo si
lega nell'immaginario ai capolavori
assoluti del Rinascimento che fanno parte del nucleo del Quattrocento. Solo per
citarne alcuni sono le opere della Flagellazione e della Madonna di
Senigallia di Piero della Francesca e della Città ideale di un pittore
dell'Italia centrale (già attribuita a Laurana), e il Ritratto di
gentildonna detta la Muta di Raffaello Sanzio.
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FLAGELLAZIONE, PIERO DELLA FRANCESCA |
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MADONNA DI SENIGALLIA, PIERO DELLA FRANCESCA |
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CITTÀ IDEALE, ANONIMO |
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RITRATTO DI GENTILDONNA, RAFFAELLO |
Le Marche sono al terzo posto
nella classifica italiana, stilata dal MiBACT, degli ingressi ai musei nel
primi mesi del 2018, con un incremento del 21%. La classifica del Ministero ha
evidenziato una grande ripresa del turismo nella regione e un considerevole
aumento del gradimento dei luoghi storico-culturali. La Galleria Nazionale
delle Marche di Urbino ha addirittura registrato, fino a giugno 2018, +34% di
visitatori rispetto al 2017.
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