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#TiPortoAlMuseo: Il Museo d'Arte Orientale – Collezione Mazzocchi di Coccaglio

Il Museo d'Arte Orientale – Collezione Mazzocchi  di Coccaglio venne ufficialmente inaugurato nel 2017,  a memoria delle imprese di Pompeo Mazzocchi,  mercante di bachi  da seta ed imprenditore bresciano. All'interno di quattro sale espositive è raccolta ed esposta con cura una collezione frutto di innumerevoli viaggi in Giappone e in Oriente. YOSHITOSHI TSUKIOKA, NAOYUKI UCCIDE IL VECCHIO TANUKI NEL CASTELLO DI FUKUJIMA © Paolo Linetti L' esposizione mette in mostra gli oggetti giapponesi di maggiore pregio della collezione di  Pompeo Mazzocchi, articolandosi in quattro sale .  La prima Il gelso e l'importanza del baco da seta presenta la figura di Pompeo Mazzocchi  e dell'allevamento del baco da seta. Attraverso fotografie, cartine e lasciapassare utilizzati  dal coccagliese. Si hanno anche opere di provenienza occidentale, tra le quali il ritratto di  Mazzocchi ad opera di Carlo Prada ed un porta ventaglio in bronzo progettato  de...

KLIMT: Mitologia ed Erotismo in "Danae"

«Tutta l'arte è erotica»

(Gustav Klimt)


Il pittore austriaco non aveva mai nascosto la sua forte passione per l'universo femminile e la mitologia. Spesso fuse nella stessa opera entrambe le caratteristiche. Uno degli esempi più significativi è certamente Danae (1907-08).

Infatti, sciolto ogni velo di pudore, Gustav Klimt (1862-1918), che ci ha lasciato centinaia di disegni erotici, affrontò il mito di Danae. Secondo il mito Danae fu fecondata nel sonno da Zeus trasformatosi in pioggia d'oro.

L'artista decise di comprimere il suo personaggio, in una tela quasi quadrata (77x83 cm), assegnando a Danae una forza esplosiva. Così stipata, dolce e piena di desiderio, la giovane donna non lascia uno spazio esterno a sé. È rannicchiata come se si fosse accoccolata su una poltrona. Tutto è corpo. 

L'artista austriaco con Danae si allontanò dalla tradizione iconografica, che spesso ha trasformato l'immagine di Danae in quella di una prostituta o di una mantenuta, affiancata da una nutrice o vecchia serva. La Danae della Secessione, dell'art nouveau, non è più un personaggio mitologico, ma una giovane viennese raffinata. Danae non esiste più. È solo un pretesto mitologico. La donna è quindi interamente identificata con la propria sessualità in un universo quasi onirico.

Il corpo di Danae, non realisticamente proporzionato, assume la forma di una spirale suscitata da un'esasperazione della postura fetale. Il punto dal quale la spirale parte è la mano della giovane donna, che stringe un pezzo di stoffa, cercando di contenere il proprio piacere. La mano sinistra invece scende verso la vulva. Danae viene riempita da una forza superiore e la pioggia d'oro erompe da un punto sconosciuto, al di sopra del quadro. L'unico simbolo maschile è mischiato nella pioggia d'oro, un piccolo rettangolo nero.


(Sopra: Gustav Klimt, Danae, 1907-1908, olio su tela, 77x83 cm, Vienna, Galerie Wurthle) 


@progettopelago | Analisi dell'opera

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